Il nastro bianco
Regia di Michael Haneke
- € 9.99
Dettagli del prodotto
- Ean: 8022469068690
- Supporto: Dvd
- Produttore: Medusa Home Entertainment
- Genere: Guerra
- Regia: Michael Haneke
- Contenuti extra: trailers
- Lingue: Italiano, Tedesco
- Colori: Bianco e nero
- Anno di produzione: 2009
- Area: Area 2 (Europa/Giappone)
- Durata: 145'
- Origine: Germania, Austria, Francia, Italia
- Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti
- Formato Audio: Dolby Digital 5.1
- Sistema: PAL
- Nazione: Germania, Austria, Francia, Italia
Contenuto
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Voto medio del prodotto: (5 su 5 recensioni) di
Haneke e i suoi disastri
Un film che non riesce a spiccare pienamente il volo perdei limiti cosi evidenti e irrecuperabili. Il nastro bianco è un film noioso, una grande delusione per gli amanti del brillante Haneke, regista dai mille volti e dal taLENTO INDISCUSSO. La regia risulta a dir poco pesante, per non parlare delle scene ritenute forse fin troppo spinte dalla critica.
Il nastro bianco
Vincitore del premio oscar come miglior film straniero Il nastro bianco racconta i strani accadimenti di un paese nell'entroterra tedesco. L'ansia, la violenza, le paure sembrano intensificarsi e così la tranquilla vita dei cittadini viene sconvolta. Girato in un poetico bianco e nero e senza alcuna musica di sottofondo il film è spietatamente bello.
Pesante e deludente
Ma quanto è inutile questo film? Noioso, davvero noioso!
Con un inizio promettente e una bella fotografia si credeva di poter sorvolare sulla storia, davvero vuota. Un paesino della Germania di fine ottocento in cui un incidente al medico del paese metterà in allarme l'intero paese... Davvero pesante e deludente.
La violenza del prete
Con Michael Haneke in genere c'è poco da ridere. Fa film che mettono a dura prova lo spettatore. E anche questo bellissimo "Il nastro bianco" ("Das weisse band", 2009) inquieta molto. In un villaggio della Germania orientale, nel 1913, fatti strani e minacciosi (un attentato al medico, incendi, violenze) scuotono la comunità. Non si capisce né chi li commetta né perché. Capiamo però che il nemico è interno. Nulla di strano, considerando che lo sfruttamento dei ricchi sui poveri e l'arroganza dei notabili rendono la comunità un luogo di sofferenza. In particolare, è particolarmente infame la figura del prete luterano, un sadico rigorista che umilia e tormenta i figli. Inevitabile, dice Haneke, che un contesto malato produca mostri. Che in Germania, poi, sono diventati fautori del fascismo. Ma è un discorso universale perché non c'è società tanto sana da non generare mostri. Il più è avere l'umiltà di ammetterlo.
un capolavoro
Raccontare davvero. Film preciso, spietato. Inquietante dal profondo, la compagnia dei ragazzi del paese dove si respira la sotterranea tragedia. Atmosfera da prima della caduta, il paradiso scricchiola, e dalle crepe fuoriesce squallore e qualche sentimento. Il diluvio arriva per salvarci da noi stessi. Fotografia stupenda. Metodica narrazione di cose buone e cattive. Mai esplicito, eppure non è possibile fraintendere, non vedere ciò cui siamo di fronte, la frattura palpabile nella società tedesca nel periodo precedente lo scoppio della prima guerra mondiale e non solo: è possibile cogliere una critica alla società contemporanea, un ritratto dell'abisso. Pragmatica dedizione, unito a grande sensibilità, non rinuncia a raccontare tutto e preferisce farlo con le immagini. Perfetta la sequenza, senza una parola di dialogo, con cui ci comunica il suicidio del contadino, con tutte le implicazioni psicologiche dei personaggi coinvolti.