Gli invasori spaziali
Regia di William Cameron Menzies
- € 10.90
Dettagli del prodotto
- Ean: 8031179919161
- Supporto: Dvd
- Produttore: Eagle Pictures
- Genere: Fantascienza
- Regia: William Cameron Menzies
- Contenuti extra: commento testuale, filmografie, finale alternativo, trailers
- Lingue: Italiano, Inglese, Tedesco
- Colori: Colori
- Anno di produzione: 1953
- Area: Area 2 (Europa/Giappone)
- Durata: 77'
- Origine: Stati Uniti
- Sottotitoli: Italiano
- Formato Audio: Dolby Digital 1.0 - mono
- Sistema: PAL
- Nazione: Stati Uniti
Contenuto
Voto medio del prodotto: (5 su 1 recensione) di
Il soviet di Marte
Che il cinema sia una potente arma di propaganda lo sapevano tutti i dittatori del XX secolo. Ma anche le democrazie lo hanno usato e lo usano massicciamente per manipolare le menti e creare odi o consenso. A cavallo tra gli anni '40 e '50 del '900, dunque in piena guerra fredda, gli Usa hanno arruolato anche il cinema di fantascienza allora un genere di successo nella crociata contro il comunismo. Oltre agli inevitabili esiti grotteschi, vanno registrati alcuni titoli riusciti in sé, per merito degli autori, che rendono quasi accettabile la rozzezza dell'ideologia. Senz'altro il caso de "Gli invasori spaziali" ("Invaders from Mars", 1953). Pure, la trama non ha in sé nulla di originale. Una notte, una luce cala nei boschi. La vede un bambino dalla sua cameretta. Poi i suoi genitori cambiano carattere, diventando irascibili e violenti. Il bambino nota sulla loro nuca delle cicatrici. Man mano è tutta la città a essere condizionata. Ma il bambino trova finalmente qualcuno che gli crede. Intervento finale dell'esercito. Interessante è notare il motivo dell'intervento degli alieni da Marte: gli umani hanno messo a punto un razzo che minaccia il loro predominio sullo spazio. Ancora più esplicitamente allusiva è la loro società guidata da cervelli che controllano enormi bruti altrimenti inerti: quale migliore metafora dell'Unione Sovietica, avranno pensato gli autori. Eppure, scenografie, inquadrature e Cinecolor conferiscono al film una fascinosa dimensione fiabesca - accentuata dal finale in cui si adombra il sospetto di aver assistito a un sogno del bambino - che lo hanno fatto diventare un cult per gli appassionati. Al punto da generare nel 1986 un remake diretto da Tabe Hooper, quello sì inguardabile.