Che Cos'E' Un Manrico
Regia di Antonio Morabito
- € 9.99
Dettagli del prodotto
- Ean: 8014191900027
- Supporto: Dvd
- Produttore: Terminal
- Genere: Documentari
- Regia: Antonio Morabito
- Contenuti extra: biografie, commenti tecnici, filmografie, interviste, trailers
- Lingue: Italiano
- Colori: Colori
- Anno di produzione: 2012
- Area: Area 2 (Europa/Giappone)
- Durata: 76'
- Origine: Italy
- Sottotitoli: Inglese,Italiano non udenti
- Formato Audio: DTS 5.1, Dolby Digital 2.0 - stereo, Dolby Digital 5.1, Dolby Digital Surround
- Sistema: PAL
- Nazione: Italy
Contenuto
Voto medio del prodotto: (5 su 1 recensione) di
La sensualità delle vite disperate
Il film di Saura è, innanzitutto, un film sensuale. E' la sensualità del tango che domina, accentuata dalla suggestiva fotografia di Storaro; una fotografia caratterizzata da colori forti, accesi, da fondali colorati che sottolineano i movimenti dei ballerini. Il film è soprattutto, ma non solo, qui, in questi colori, in questi movimenti, nelle note musicali che li accompagnano. L'esile trama del film è al loro servizio e tuttavia è caratterizzata da un notevole rigore. In fondo anche la trama riproduce i movimenti del tango, con la vicenda del regista dello spettacolo che, per un altro uomo, viene abbandonato dalla donna amata. Ma poi anche lui s'innamora di una donna che lascia un altro per seguirlo. Altro elemento fondamentale di "Tango" è il discorso su arte e vita, su finzione e verità. Il protagonista è un regista di uno spettacolo teatrale e a volte lo vediamo descrivere ciò che poi accadrà, non solo sul palcoscenico ma anche nella sua vita privata. Le vicende private del regista e dei personaggi a lui legati sembrano dunque essere "dirette" dall'alto e qui il film svela il suo meccanismo, il suo esser "finto". Ma non va dimenticata una sequenza di sconvolgente "realismo", quella che si riferisce al recente passato dell'Argentina, fatto di torture e fosse comuni, con tutto l'orrore che traspare nonostante, o forse proprio in virtù, dei movimenti stilizzati della danza. E' in ogni modo l'aspetto della finzione a prevalere: lo abbiamo visto nel personaggio del regista, lo vediamo nella stessa regia di Saura, nelle lente carrellate con le quali la macchina da presa riprende, grazie agli specchi, se stessa e i personaggi del film. Anche l'inquadratura finale è una carrellata della macchina da presa che si avvicina ad uno specchio, fino ad un suo primo piano, col suo occhio meccanico che registra, e dietro il quale non c'è nessun operatore, nessun uomo a dirigerne i movimenti.